Nel giardino sono stati realizzati alcuni ambienti, cercando di imitare, nei limiti delle possibilità materiali, quelli naturali dell'ambiente alpino; in essi sono state inserite le specie adatte. Segue ora la descrizione di questi ambienti e delle specie più notevoli che vi crescono.
Rhizocarpon geographicum Di fronte all'ingresso del giardino si può osservare una delle roccere che ospitano esempi di flora delle fessure delle rocce silicee; altre sono sparse qua e là nel giardino. Queste rocce, che si disgregano molto lentamente, sono in genere più povere di specie di piante con fiori rispetto alle rocce calcaree. Al contrario sono quasi sempre colonizzate da varie specie di licheni crostosi, tra le quali predomina il bellissimo Lichene geografico (Rhizocarpon geographicum), cosiddetto perché le chiazze che forma sulle rocce, di colore giallo-verde contornate da una linea nera, ricordano l'aspetto delle antiche carte geografiche. E un ambiente prediletto dalle Primule, abbondanti anche in ambienti analoghi ma a quote più basse, nell'orizzonte montano e subalpino; dalle Sassifraghe, non esclusive però dell'ambiente rupicolo; dai Semprevivi, presenti soprattutto nelle stazioni più aride. Sono specie in grado di svilupparsi e sopravvivere in condizioni estreme, selezionate dalla competizione con specie più aggressive. Saxifraga biflora I semi caduti accidentalmente nelle fessure delle rocce germogliano in presenza di minime quantità di terriccio e di acqua. L'apparato radicale molto esteso penetra negli interstizi, mentre la parte aerea della pianta resta generalmente di dimensioni ridotte. Si tratta di piante formanti una rosetta basale di foglie, come la Primula hirsuta o un cuscinetto come la Saxifraga biflora. Le specie vegetali tipiche delle rocce silicee, data l'austerità dell'ambiente, non riescono a formare una vegetazione stabile e continua, ma si sviluppano come singoli individui in corrispondenza di piccole nicchie e fessure. La presenza delle diverse specie è determinata, oltre che dalla natura della roccia, anche da altri fattori ecologici quali l'esposizione al sole e la pendenza. Alcune delle specie che popolano le rocce silicee, grazie alla loro rusticità, sono in grado di sopravvivere a quote estreme: un esempio è il Ranunculus glacialis, trovato vicino alla vetta del Finsteraarhorn, a 4.275 m di altitudine, la quota più alta registrata in Europa per una pianta con fiori.
Nella zona Nord del giardino, a sinistra della casa rispetto all'ingresso, è stato allestito l'ambiente del macereto siliceo, utilizzando detriti di rocce acide e di scisti carboniosi. Ambiente tipico dell'orizzonte alpino medio e superiore, in natura ritroviamo i macereti alla base delle pareti rocciose, dove si formano per effetto del gelo e rigelo: l'acqua allo stato liquido riempie durante il giorno le fessure tra le rocce e di notte, gelando, aumenta di volume esercitando una forte pressione e determinando cosi, a lungo andare, la fratturazione delle rocce stesse. A causa della forza di gravità i frammenti rotolano accumulandosi alla base dei pendii, disponendosi, a seconda della maggiore o minore dimensione, più lontano o più vicino al pendio. Quando le dimensioni dei frammenti sono minori si parla di ghiaioni. Silene Acaulis Gli apporti continui di nuovo materiale rendono questo ambiente molto instabile e poco favorevole alla colonizzazione da parte delle piante. Il substrato, costituito da elementi grossolani, risulta molto permeabile, per cui l'acqua, pur essendo presente come acqua di fusione di nevai e di ghiacciai, penetra e scorre velocemente negli spazi liberi. "La carenza di sostanza organica e di terriccio fine rappresentano un ulteriore ostacolo per l'insediamento di una copertura vegetale, mentre la notevole escursione termica tra le gelate notturne ed il surriscaldamento diurno della roccia, i forti venti, e la breve stagione vegetativa, limitata ai 2-3 mesi in cui il terreno è libero dalla neve, rendono estremamente lento lo sviluppo delle piantine. Saxifraga oppositifolia Quanto più l'ambiente appare ostile alla vita, tanto più desta meraviglia incontrare tanta varietà di specie e tante bellissime fioriture nell'apparente caotico deserto di un ghiaione o di un macereto. Condizioni ambientali così avverse hanno selezionato specie in grado di sopravvivere grazie ad un insieme di adattamenti sofisticati: stranamente queste piante non sarebbero in grado di affermarsi se crescessero in situazioni più favorevoli, poiché si troverebbero a soccombere di fronte a specie a crescita più veloce. Raramente arrivano a costituire un popolamento vegetale continuo, più spesso crescono indipendentemente le une dalle altre, tendendo con il tempo a consolidare il substrato mobile fino a quando, per apporto di nuovi materiali detritici che ricoprono la vegetazione ormai instauratasi, si ritorna ad una situazione di instabilità. Le specie dei macereti sono quasi sempre piante a cuscinetto (pulvini) e sviluppano apparati radicali molto estesi, in grado di fissare la pianta al substrato e di esplorare un grande volume di terreno alla ricerca di acqua in profondità. Questo fenomeno, detto "nanismo", si può osservare nel cosiddetto muschio fiorito (Silene acaulis), o nella Saxifraga oppositfolia.
La grande roccera che occupa il pendio a sud della casa, ospita specie della flora delle rocce calcaree tipica delle Alpi, con una disposizione delle piante che in linea di massima segue la suddivisione geografica in Alpi occidentali, centrali, orientali. Silene elisabethae Il materiale utilizzato per la sua costruzione, iniziata una dozzina di anni fa, proviene da zone di affioramenti calcarei situati in prossimità del Colle del Piccolo San Bernardo. Nelle fasi di impianto della roccera si è cercato di ricreare i diversi microambienti (nicchie, fessure, cenge) in grado di ospitare specie con differenti esigenze ecologiche. Alcune infatti amano le esposizioni in pieno sole e sono in grado di sopportare fortissime escursioni termiche (fino a 60° C) altre invece tendono a crescere all'ombra di piccole sporgenze rocciose (Silene elisabethae) o in prossimità di stillicidi, altre ancora colonizzano le pareti sviluppando l'esteso apparato radicale (fino a 1,5 m di lunghezza in Achillea moschata) all'interno delle fessure. La diversificazione delle nicchie ecologiche che viene a crearsi nelle rocce carbonatiche, facilmente erodibili dagli agenti atmosferici, porta ad una maggiore ricchezza di specie rispetto alla flora delle rupi siicee.
Frutto Dryas octopetala Rispetto ai macereti silicei, quelli calcarei sono costituiti da materiali aventi dimensioni più grossolane. Il materiale più fine, tuttavia presente, di natura essenzialmente argillosa, formatosi in seguito alla disgregazione della roccia, si deposita negli interstizi, bloccando a piccola profondità l'acqua piovana o di scorrimento. Si creano così le condizioni favorevoli allo sviluppo di eventuali semi. I ghiaioni calcarei ospitano una maggiore varietà di specie rispetto a quelli silicei, in quanto offrono alle piante una gamma diversificata di microambienti. Inoltre, essendo stati nel lontano passato meno coinvolti nel fenomeno delle glaciazioni, sono più ricchi di endemismi. Formano ambienti molto estesi, che conferiscono al paesaggio un aspetto grandioso e affascinante, soprattutto nelle Alpi orientali. Le piante dei ghiaioni calcarei, dovendo affrontare i gravi problemi della scarsità di acqua disponibile e dell'instabilità del terreno, presentano, come quelle dei macereti silicei, ingegnosi adattamenti dell'apparato radicale e delle strutture di propagazione (polloni, rigetti, ecc.), atti a radicare dando luogo a piccole zolle di vegetazione in grado di bloccare localmente il substrato.
Prateria alpina Ampie zone del giardino sono state lasciate a prateria alpina naturale. La leggerezza della copertura vegetale e il variare delle fioriture in momenti diversi, ne fanno un ambiente di particolare bellezza e armonia. Qui l'innevamento si prolunga per 7-8 mesi all'anno e il disgelo, che avviene generalmente in luglio, è subito seguito dallo sviluppo di piante erbacee basse e fitte, quasi tutte perenni, tra le quali dominano erbe graminoidi, come festuche e carici. Leontodon Esistono diversi tipi di prateria alpina, differenti per composizione di specie, per aspetto e per valore economico, perché numerosi sono i fattori che ne influenzano la formazione: il clima, l'altitudine, la natura del suolo, calcareo o siliceo e la sua umidità, e le forme di intervento dell'uomo. Come esempi ricordiamo alle quote inferiori prati pingui, regolarmente falciati e concimati, ricchi di ottime foraggiere come il Trisetum flavescens, sostituiti più in alto da pascoli a Leontodon; prati rasi su terreno a reazione basica o neutra, sia di tipo secco, sia più fresco e profondo; pascoli magri a Nardus stricta, (nardo o cervino), una graminacea dura e pungente, che si forma su substrati poveri di calcio, spesso per eccesso di pascolamento. Produce cespi compattissimi, che tendono a inibire la crescita di altre specie e che gli animali rifiutano. Trisetum flavescens Su terreni silicei si sviluppa il curvuleto, associazione a Carex curvula, che rappresenta una condizione di stabilità osservabile anche fino a 3.000 m e riconoscibile di lontano per il colore giallo ocraceo. Su terreni calcarei ripidi si forma il seslerieto-sempervireto, con Sesleria coerulea e Carex sempervirens dominanti, entrambe erbe graminoidi; sui pendii scoscesi, in posizioni soleggiate e su terreni poveri di calcio, si possono formare festuceti a Festuca varia, o a Festuca balleri e altri tipi ancora. Molti di questi ambienti mancano del tutto a Chanousia, perché la natura del suolo e le condizioni climatiche non ne consentono a realizzazione. È in corso per esempio un tentativo di ricostruire una prateria calcarea, con apporto di materiale adatto su cui introdurre le specie più caratteristiche; si tratta però di un lavoro difficile e che richiede molto tempo. Nel giardino sono invece presenti frammenti di alcune delle formazioni prima nominate, anche se non nella loro forma più pura.
Epilobium angustifolium Il megaforbieto è un'associazione di piante erbacee di statura discretamente elevata (alte erbe - Epilobium angustifolium), che necessitano di una notevole umidità costante. Crescono su terreno profondo e ricco di terra fine, neutro o debolmente acido, in ambienti ombrosi e dove la neve permane a lungo, quindi nelle forre, nei canali di valanga, su pendii poco soleggiati e in bacini glaciali.
La zona del colle del Piccolo San Bernardo è interessata da abbondanti precipitazioni e dalla conseguente presenza di ambienti ricchi di acqua, quali laghetti, prati umidi e torbiere. Si tratta di ecosistemi di grande interesse naturalistico, in quanto ospitano una flora varia, costituita di specie spesso rare, altamente adattate e di gradevole aspetto.
La fragilità e la limitata estensione degli ambienti umidi ci rende responsabili della loro salvaguardia. Ambienti di questo tipo sono presenti a Chanousia soprattutto nella zona ovest, in parte già esistenti al momento della delimitazione del giardino, in parte ricreati o in fase di allestimento.
Di fianco alla casa, nei pressi del semenzaio, troviamo l'ambiente di greto. Il substrato, piuttosto instabile, è costituito da frammenti grossolani di roccia silicea, tra i quali l'acqua dei torrentelli scorre velocemente oppure penetra in profondità, indifferente alla sete delle radici. Le piante in grado di colonizzare questo ambiente, per molti versi ostile, sviluppano estesi apparati radicali e, grazie alla loro rusticità, possono sopportare elevati sbalzi di temperatura e di apporto idrico.
Ranunculus aquatilis Il greto sconfina nella torbiera, ambiente caratterizzato da un suolo impermeabile intriso d'acqua e quindi asfittico, reso molto acido dai resti della vegetazione, che solo in parte viene decomposta e mineralizzata. Si formano così strati di torba sovrapposta, a volte profondi parecchi metri, sui quali l'acqua scorre lentamente, raccogliendosi di tanto in tanto, nelle depressioni del terreno, in stagni e laghetti. Nelle torbiere predominano specie di carici, giunchi, equiseti, in grado di sopravvivere alla carenza di sostanze nutritive (humus) nel suolo. In questo ambiente a Chanousia si possono osservare, nel laghetto, Ranunculus aquatilis, galleggiante, con piccoli fiori bianchi e Menyanthes trifoliata, con foglie trifogliate e fiori bianco-rosei, radicata sul fango.
La zona di torbiera a poco a poco cede spazio all'ambiente del prato umido. E un ecosistema su suoli pianeggianti, più o meno impermeabili, sui quali l'acqua scorre lentamente, e può essere considerato una fase intermedia nel processo di formazione delle torbiere.